Quando penso alla mia infanzia, e parlo degli anni ’80, mi vengono in mente tre immagini in particolare: il gioco di società con gli amici ai giardinetti (o per i credenti in parrocchia), il telefono fisso di casa, e i programmi contenitori di cartoni animati. Tre cose che ora, per me, non esistono più. Non esiste più il gioco con gli amichetti, non c’è più la gara a chi si infratta con maggiore astuzia di altri (infrattare inteso come il non farsi trovare quando si gioca a nascondino, poi se qualcuno ci vuole vedere dell’altro non posso farci nulla). Non esiste più il telefono fisso di casa, non chiamo più un amico sul telefono fisso, non dico più “buonasera signora, posso parlare con suo figlio”, no, anzi, ora parlo direttamente con la persona interessata senza passare tramite nessuno. Infine il contenitore di cartoni animati, inteso come tutti quei programmi (per lo più pomeridiani) che le tv private astutamente ti confezionavano per farti rimanere incollato su quei canali il più a lungo possibile. Ai tempi che furono, queste cose erano la prassi, o meglio era l’obbligo, non c’era altra alternativa. O facevi così, o niente. I bambini di oggi probabilmente possono anche fare ciò che facevo io 20 anni fa, ma di sicuro – com’è giusto che sia per una legge che possiamo definire di “progresso inevitabile” – hanno delle opportunità che noi ultra trentenni non avevamo ai vecchi tempi, opportunità che potrebbero tranquillamente oscurare e disintegrare le usanze del tempo. Insomma oevamo ai vecchi tempi, opportunità che potrebbero tranquillamente oscurare e disintegrare le usanze del tempo. tunità che non avra tutto si è trasformato: il gioco di società ora è gioco da tavolo o di ruolo, il telefono fisso è diventato cellulare, il contenitore di cartoni animati è youtube, è la rete in generale. Da che si era costretti a passare “per qualcun altro” (gli amici per i giochi di società, il padre o la madre dell’amichetto per il telefono, la tv per i cartoni animati), ora invece siamo padroni del nostro tempo (si può giocare da tavolo o di ruolo persino da soli; col cellulare poi addirittura chiamiamo direttamente l’interessato; ed infine siamo noi stessi i conduttori di quei contenitori di cartoni animati, perché possiamo metterci sul web e decidere di far partire quando vogliamo la puntata di un cartone animato).
In sintesi, quando penso agli anni ’80 penso al legame che mi univa alle persone della mia stessa età. Quando penso agli anni ’80 penso che mentre stavo guardando un cartone, in quel preciso istante lo stava guardando anche qualche altro mio amico. Quando penso agli anni ’80 mi sale il disincanto e la spensieratezza. Un disincanto e una spensieratezza che ora, probabilmente, non esistono più.
Matteo R.
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